L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando numerosi settori, tra cui quello della proprietà intellettuale e industriale. Una delle questioni più dibattute riguarda l’attribuzione della paternità delle invenzioni generate dall’IA che oggi è ancora agli albori ma che in futuro, sempre di più, potrà condizionare il mondo dell’invenzione. Chi può essere considerato l’inventore in un contesto in cui l’IA ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo di un’innovazione? Le normative attuali in molti paesi non prevedono ancora una chiara risposta a questa domanda, generando così incertezze giuridiche e dibattiti in ambito brevettuale.

Brevetti e IA: il Dilemma dell’Inventore

Le attuali leggi sui brevetti, sia a livello internazionale che nazionale, richiedono che l’inventore sia una persona fisica. Secondo la Convenzione sul Brevetto Europeo (CBE), ad esempio, l’art. 81 stabilisce che l’inventore deve essere una persona fisica. Allo stesso modo, l’art. 19 del Codice della Proprietà Industriale italiano (D.Lgs. 30/2005) afferma chiaramente che solo le persone fisiche possono essere designate come inventori.

Tuttavia, con l’aumento dell’uso di sistemi di IA, come il machine learning e le reti neurali, in molti processi di ricerca e sviluppo, ci si domanda se queste tecnologie possano essere riconosciute come vere e proprie co-inventrici, o se il contributo dell’IA debba essere considerato alla stregua di uno strumento avanzato utilizzato dall’essere umano. Un esempio emblematico è il caso delle domande di brevetto depositate dal sistema di IA DABUS, il quale ha sviluppato autonomamente nuove soluzioni tecniche. Diverse giurisdizioni, tra cui l’Ufficio Brevetti Europeo (EPO) e la Corte del Regno Unito, hanno rifiutato di riconoscere DABUS come inventore, sostenendo che solo una persona fisica può esserlo.

Le Sfide Legali per il Futuro
La rigidità delle norme attuali solleva una serie di domande:

  • Responsabilità e diritti: Se l’IA crea un’invenzione, a chi spetta la titolarità del brevetto? Al programmatore dell’IA? All’utilizzatore finale? O ad altri soggetti che hanno contribuito indirettamente allo sviluppo della tecnologia?
  • Requisiti di novità e originalità: Come vengono valutati i requisiti di novità e di attività inventiva in brevetti creati dall’IA, visto che quest’ultima potrebbe elaborare soluzioni partendo da una grande quantità di informazioni e fonti esistenti? Secondo l’art. 52 CBE, l’attività inventiva deve essere frutto di un atto umano, ma l’uso di IA potrebbe rendere questa valutazione meno trasparente.
  • Modifiche normative: In alcuni paesi si sta già discutendo l’eventualità di modificare le leggi sui brevetti per includere l’IA come co-inventore o, almeno, riconoscere il suo contributo nella creazione dell’invenzione. Tuttavia, queste riforme richiedono tempo e un consenso internazionale, soprattutto alla luce degli accordi globali, come il TRIPS (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights), che impongono criteri comuni per la tutela della proprietà intellettuale.

Prospettive e Opportunità
L’evoluzione normativa in questo settore potrebbe portare a un sistema ibrido in cui l’essere umano resta formalmente l’inventore, ma l’apporto dell’IA viene riconosciuto come parte integrante del processo creativo. Inoltre, l’uso dell’IA nel contesto della ricerca brevettuale offre già grandi vantaggi, come l’accelerazione del processo di ricerca, la capacità di analizzare enormi quantità di dati brevettuali, e il miglioramento dell’efficienza nello sviluppo di nuove tecnologie.

In questo contesto, aziende e professionisti della proprietà intellettuale devono monitorare attentamente l’evoluzione delle leggi nazionali e internazionali per evitare rischi legali e cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti. In Italia, la Direttiva Europea sull’Intelligenza Artificiale attualmente in fase di elaborazione potrebbe essere un primo passo verso un quadro normativo più flessibile.

Il legame tra brevetti e intelligenza artificiale rappresenta una delle sfide più intriganti e complesse per il diritto della proprietà intellettuale nel 2024. Mentre le normative attuali faticano a tenere il passo con le innovazioni tecnologiche, il dibattito sul ruolo dell’IA come inventore o co-inventore continuerà a essere al centro dell’attenzione dei legislatori, delle aziende e dei professionisti della proprietà industriale.

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